In una leggenda si narra che Avalokiteshvara stava guardando dal suo paradiso il mondo degli esseri sofferenti. Egli pianse nel vedere che essi soffrivano in numero sempre maggiore, non importava quanti di loro ne avesse già liberati. Dalle lacrime che gli scendevano sul viso nacquero due Tara, una bianca pacifica da sinistra e una verde feroce da destra. Come il manifestarsi di un’azione miracolosa, entrambe gli diedero il coraggio di non rinunciare a sforzarsi nel suo compito.
Tara bianca rappresenta l’aspetto di nutrimento della compassione. Può manifestarsi in diverse forme.
Tara è nata per liberare. Il suo nome indica chi sta oltre l’oceano della sofferenza, in uno stato in cui c’è amore per tutti gli esseri. Offre aiuto nel superare gli ostacoli interni.
Seduta nella posizione del vajra con le gambe incrociate, ella porta una qualità di compassione incondizionata: è attenta nel vedere tutte le sofferenze del mondo, per questo scopo viene raffigurata con sette occhi.
Nella sua mano sinistra, all’altezza del cuore, nel mudra del “dare rifugio”, ha un fiore azzurro di uptala da cui sorgono due boccioli. I tre fiori rappresentano la conoscenza dei tre tempi: il fiore di uptala il tempo presente e i due boccioli rispettivamente passato e futuro.
Tara bianca rappresenta la purezza, la saggezza, la verità e la longevità della vita.
Insieme ad Amitayus e Ushnisha Vijaya fa parte della trinità di lunga vita.
Thangka
Dimensione originale: circa 60 cm x 80 cm
Tecnica: pigmenti minerali e naturali su tela preparata a mano
Completato: settembre 2018
La Thangka originale è stata venduta.